La nostra esperienza
La prima coltivazione di canapa è stata possibile prima di tutto grazie al pieno sostegno e collaborazione della mia famiglia, in particolare ai preziosi consigli di padre agricoltore e agli insegnamenti e l'incoraggiamento da parte di mia zia Maria Vignante.
La scelta del terreno è stata fatta in base alla disponibilità e alla dimensione; abbiamo valutato che la nostra prima esperienza di canapicoltura non poteva essere realizzata in un campo molto esteso, in quanto già si prevedeva che avremmo dovuto eseguire tutte le lavorazioni manualmente. Di conseguenza è stato scelto un campo di 420 mq situato a Soccher, che mio padre, Angelo Pierobon (Roch), l'anno prima aveva lavorato a mais.
Generalmente si associa la canapa alla produzione della fibra, in quanto è stata utilizzata per secoli a questo scopo. Tuttavia, al momento in cui è iniziata la nostra coltivazione, questa strada non era consigliabile in quanto i centri di trasformazione della fibra di canapa più vicini alla nostra zona si trovavano in Piemonte e conferire il prodotto dal Veneto in Piemonte avrebbe comportato alti costi di trasporto.
Per questo motivo abbiamo deciso di occuparci della lavorazione del seme e seguire la filiera alimentare.
Il seme di canapa contiene il 30-32% di olio che anche in passato trovava impiego nell'alimentazione umana specialmente in alcuni paesi esteri [Grimaldi, 1979]. Attualmente il seme appare come il prodotto più semplice da trasformare e commercializzare, in quanto la sua lavorazione non richiede macchinari specifici: necessita di un frantoio per la spremitura e decorticazione ma, occupando poco spazio, gli eventuali costi di trasporto non incidono molto sul valore finale del prodotto.
Tuttavia per i campi di maggiori estensioni rispetto a quello preso in esame, sarebbero necessari macchinari appropriati, poco disponibili sul mercato italiano a causa dell’interruzione per vari decenni di questa coltivazione (vedi criticità)
In questo esperimento tutte le lavorazioni sono state eseguite manualmente: dalla semina alla raccolta, dalla pulitura alla lavorazione del seme. Lo scopo era testare la coltivazione in un territorio montano e di sperimentare le tecniche di raccolta e utilizzazione del prodotto. Quindi individuare e successivamente affinare una procedura che possa essere seguita da qualsiasi agricoltore interessato alla canapicoltura.